Zoccole, zoccole, zoccole – la canzone che piace tanto a Silvio Berlusconi …
Da L‘Espresso
… nelle cassette, però, è rimasta impressa anche la nottata trascorsa da Patrizia, a Palazzo Grazioli, circa due settimane dopo. E’ il 4 novembre. Quella sera Barak Obama diventava presidente degli Stati Uniti. Nelle stesse ore il premier invitava la d’Addario a infilarsi, dopo la doccia, nel letto di Putin, dove lui l’avrebbe raggiunta poco dopo, mentre scorre la colonna sonora del musical “Scugnizzi”, che nei nastri si conclude con un paradossale refrain di “zoccole, zoccole, zoccole” …
La canzone “zoccole, zoccole, zoccole” – tanto amata da Silvio Berlusconi e fatta ascoltare a Patrizia D’Addario prima di trombarla sul “lettone” grande regalatogli da Putin – è tratta dal musical “Scugnizzi” del cantante napoletano Sal Da Vinci ed è anche la colonna sonora del film “Scugnizzi” di Nanni Loy
(audio – video live)
In esclusiva la versione di “Zoccole, zoccole, zoccole” per le più piccine (le c.d. zoccolelle), quelle poche fortunate a cui è stato concesso l’onore di chiamare “papi” il premier Silvio Berlusconi.
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(versione per le “zoccole” minorenni o “zoccolelle”)
Prima di leggerne il testo originale è forse il caso di precisare che il termine “zoccola” assume, in napoletano, un ambiguo, doppio significato. Topo di fogna oppure puttana, prostituta.
In questo contesto, trattandosi di Silvio Berlusconi, non può esserci dubbio alcuno sul significato da attribuire alla parola “Zoccola”.
Testo originale
Zoccole zoccole zoccole a migliare
ciénto ne nàsceno ognuna che ne more
Zoccole zoccole zoccole pelose
che vanno rusecanno tuttecose…
e falli rrusecà!
Zoccole zucculone e zucculelle
ma cierti piezze ‘e zoccole so’ belle
Zoccole zoccole fanno sempe figli
ma pure ‘e figli ‘e zoccole so’ ffigli
e nun vònno murì
e nun vònno murì
Zoccole zoccole zoccole affamate
ca pe’ campà se songo organizzate
Zoccole zoccole zoccole felici
pecché tra loro ‘e zoccole so’ amice
e nun se fanno fa!
Zoccole zoccole nun ‘e vvo’ nisciuno
‘a gente ‘e vva accidenno a una a una
Zoccole zoccole zoccole so’ tante
e campano a dispiétto ‘e tutti quante
e nun vònno murì
e nun vònno murì
Zoccole zoccole zoccole
Zoccole zoccole zoccole
Traduzione
Puttane puttane puttane a migliaia
cento ne nascono per ognuna che muore
puttane puttane puttane pelose
che vanno succhiando qualsiasi cosa…
e falle succhiare!
puttane puttanoni e puttanelle
ma certe puttane sono belle
Puttane puttane fanno sempre figli
ma pure le figlie di puttana sono figlie
e non vogliono morire
e non vogliono morire
Puttane puttane puttane
Puttane puttane puttane
Puttane puttane, puttane affamate
che per vivere si sono organizzate
Puttane puttane puttane felici
perchè tra loro le puttane sono amiche
e non si fanno imbrogliare!
Puttane puttane non le vuole nessuno
la gente le evita una ad una
puttane puttane, le puttane sono tante
e vivono a dispetto di tutti quanti
e non vogliono morire
e non vogliono morire
Puttane puttane puttane
Puttane puttane puttane
Per finire una galleria di video sul tema zoccole, zoccolone e zoccolelle:
(zoccole e ipocrisia)
(zoccole a migliaia)
(Silvio, Mara e le zoccole)
«Zoccole, zoccole», escort e ricatti
Tempo fa, inaugurando una linea del Freccia rossa, il presidente del consiglio si avvicinò a Vasco Errani e a Leonardo Domenici e di fronte a una decina di testimoni seduti nello stesso scompartimento disse loro, indicando il berretto da ferroviere che aveva in testa: «Vi piaccio come presidente ferroviere? Devo confessarvi però che mi preferisco presidente puttaniere». Risate di entusiasmo dello staff presidenziale al seguito.
Non era una battuta, come ormai sappiamo fin nel dettaglio. Era un afflato di verità. Sono mesi che l’impressionante giro di ragazze da catalogo (escort, si chiamano adesso) si è fatto vorticoso, incontrollabile il via vai persino per le guardie del corpo, per i vigilanti reclutati dai servizi di sicurezza e per gli autisti, alcuni dei quali ormai scrivono ai giornali: non avete idea di che cosa succeda in macchina. I medici si affannano a spiegare, in privati conciliaboli, quali siano le conseguenze delle sostanze che il premier assume per potenziare la virilità altrimenti fiaccata dall’età e dai postumi dell’intervento alla prostata: conseguenze imprevedibili, per persistenza e per improvvisa comparsa, da cui le rivelazioni degli autisti e altri dettagli tipo le dieci docce gelate per notte che tuttavia non risolvono né leniscono, anzi. Gianni Letta tranquillizza il clero, che certo non si scandalizza ma un poco si preoccupa: non è che sia uno stile di vita da raccomandare a messa, non da esibire al Family day.
Sarebbero tristi vicende private di un uomo che nel decennio che porta agli ottanta risulta incapace di accettare l’inevitabile e per altri versi piacevole trascorrere del tempo. Un’ossessione di eterna giovinezza divenuta, come diceva al principio di tutto questo la moglie, una malattia. Sarebbe un ottimo canovaccio per un filmetto di serie C se non che l’uomo vittima di questa debolezza senile e preda dei suggeritori che si avvicendano per ‘risolverla’ si trova alla guida del paese, mente e minaccia, usa i suoi avvocati fatti eleggere in parlamento per intimidire quei pochi giornali che non dipendono direttamente o indirettamente da lui: niente, naturalmente, si dice in tv. Una vicenda da Basso impero, titolavamo il prima pagina ormai mesi fa, con risvolti da Bagaglino.
Del sonoro delle conversazioni fra Silvio Berlusconi e Patrizia D’Addario pubblicati da l’Espresso tutto o quasi già si sapeva: che lui le aveva promesso di intervenire «sul cantiere» dove la donna non riesce ad avviare un’impresa immobiliare, che non le aveva dato la «busta coi 5000 euro». Dei «porta un’amica», qui declinato con il particolare «utilizzo finale» che dell’amica vorrebbe fare. Delle telefonate del mattino dopo, con voce flautata alla ragazza di cui non ricorda il nome, le chiama tutte tesoro: sei roca? Eppure stanotte non abbiamo gridato. Clarissa, Alessia, Barbara, Patrizia. Nuovo il dettaglio della colonna sonora della serate nel letto di Putin, la notte dell’elezione di Obama: «Zoccole, zoccole», di Sal da Vinci. Un presidente puttaniere con playlist tematica, una vera finezza: un omaggio alle ospiti. La collezione di video del Duce affianca la discoteca, per le notti insonni. Ad alcune sono stati proposti come diversivo, solo alle più intime però. Ma questo lo leggerete prossimamente…
concita de gregorio
21 luglio 2009 at 21:00