Posts Tagged ‘walter veltroni’
Ma Cicciobello prende ancora i mezzi pubblici?
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Era poco più di un anno fa quando Repubblica titolava: “E Rutelli va in bus nel quartiere Don Bosco”
L’articolo iniziava così:
Gianfranco Fini, il novello Fregoli – Al suo cospetto Daniele Capezzone è un dilettante
Il copyright, lo confesso, non è del tutto mio, ma io ci metto il know-how, che è poi quello che serve e che conta nel tempo dell’I Care e dello Yes, we can… E quindi, e insomma, Why not Gianfranco Fini al posto di Walter Veltroni? L’idea me l’hanno data il professor Roberto Zavaglia, che è uno dei migliori analisti di politica internazionale in circolazione, e Andrea Marcenaro, ovvero il re dei corsivisti italiani, l’uno a voce, a cena, l’altro per iscritto, sul suo giornale, Il foglio, ma quella che per loro è una boutade, può anche divenire, come avrebbe detto Ciriaco De Mita, «un ragionamendo politico». Seguitemi. Si sa che Fini è stato fascista nella stessa logica con cui è divenuto antifascista. È un professionista della politica, ovvero un contenitore vuoto disponibile a riempirsi del liquido ritenuto in quel momento più potabile.
Volevano uccidere il padre, ma il papà (per fortuna) si è suicidato prima – Il nostro “doveroso tributo” a Uòlter l’africano
Dall’11 al 13 luglio 2008, si svolse a Roma un evento organizzato dal gruppo iMille, dal titolo enfatico: “Uccidere il padre“.
Erano presenti 25 oratori di “spicco”, “tutti accomunati dall’essere nuova classe dirigente, dall’essere innovatori nelle proprie professioni, da essere un po’ di quell’aria fresca di cui il Partito Democratico e il paese hanno bisogno”. Tra gli altri: Mario Adinolfi, Giovanna Melandri, Ivan Scalfarotto, Marco Simoni e Luca Sofri.
Per farla breve, i Mille è (?) un’associazione piuttosto liquida (non ha nessun iscritto e una sola carica, il portavoce Marco Simoni) che lavora da qualche tempo a un progetto di rinnovamento della politica italiana di sinistra, e che ha deciso di cogliere l’occasione della nascita del PD per attuare questo progetto.
“Quel pasticciaccio brutto di via Ostiense” – modificate le date dei ricorsi per evitare la prescrizione delle multe?
Quando un cittadino ricorre al Prefetto contro una multa, la Prefettura ha 180 giorni di tempo per decidere se accoglierlo o no e ne ha altri 210 per comunicare l’esito. Se uno qualunque dei due termini non viene rispettato, il ricorso si dà per “accolto” e dunque la multa decade.
Bisogna tener conto di questa disposizione di legge per capire quello che è stato ormai definito “Il pasticciaccio brutto di via Ostiense” dove ha sede, a Roma, al civico 131/L, l’Ufficio Contravvenzioni del Comune.
Le indagini, partite da un esposto-denuncia dei vigili urbani che lavoravano distaccati nell’ufficio, puntano a chiarire se ci fu o meno un piano illecito per modificare “artificiosamente” la data di decine di migliaia di ordinanze salvando dalla prescrizione altrettante contravvenzioni. Può sembrare un discorso complesso, ma le cifre dicono più di ogni altra cosa: il Comune, se tutti i verbali (circa 200 mila) fossero decaduti, avrebbe rischiato di perdere qualcosa come 30 milioni di euro.
Le indagini, affidate al Nucleo di Polizia Tributaria delle Fiamme Gialle, guidato dal colonnello Vito Augelli, per diversi mesi sono andate a rilento. Ma evidentemente la Procura di Roma, acquisiti i primi elementi, si è resa conto che le denunce degli uomini della Polizia Municipale non erano affatto campate per aria.
Le 10 differenze tra Uòlter Veltroni e Barack Obama
I 10 motivi per cui Barack Obama è meglio di Walter Veltroni
Daniele Capezzone, ovvero quando la coerenza fa a cazzotti con la memoria
Anche Daniele Capezzone, l’ex Radicale, oggi portavoce di Fi, fa le pulci all’intervento del segretario del PD Walter Veltroni, per il discorso da questi pronunciato durante la manifestazione tenutasi ieri al Circo Massimo. Ne evidenzia “la noia mortale” e “alcune gaffes clamorose”.
Afferma testualmente Daniele Capezzone: (da Repubblica di oggi, 26 ottobre 2008) “Se Veltroni dice che un terzo degli italiani è con il Pd, vuol dire che i due terzi sono con Berlusconi. Se si appella al reale contro il virtuale, dimentica la cosa più reale, il voto di aprile, che ha drammaticamente bocciato il Pd. Terzo: come fa a parlare contro le tasse chi, con Prodi e Visco, ha tartassato gli italiani? L’elogio di Prodi, in questo senso, è imbarazzante”.
A Daniele Capezzone possiamo senz’altro credere. Lui di gaffes clamorose se ne intende certamente più di chiunque altro. Quando parla, Daniele Capezzone pesa le parole, sempre attento a non dire mai cose che potrebbero essergli causa di un qualche imbarazzo.
Il conflitto di interessi del PD sul caso Alitalia
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Il Partito Democratico dell’ineffabile uòlter ha messo su un governo ombra all’indomani delle elezioni, da cui è uscito rovinosamente sconfitto.
In questo governo “barzelletta” Matteo Colaninno è preposto al dicastero ombra dello Sviluppo Economico.
Feltri attacca Napolitano: “scrisse che l’Urss aveva fatto bene a togliere la cittadinanza a Solgenitsin”
Cortina d’Ampezzo (BL), 18 ago. – Feltri ha dichiarato che “L’unico che ebbe il coraggio di chiedere scusa per aver firmato il famigerato appello contro il commissario Calabresi fu Paolo Mieli”. “Di altri intellettuali dell’epoca che firmarono contro Calabresi e hanno chiesto scusa non risulta nessuno. Si preferisce far finta di niente e non svegliare il ‘can che dorme’ – ha continuato il direttore di Libero – del resto, il clima di quegli anni lo conosciamo, ed ha perfettamente ragione Claudio Martelli, che qui a Cortina ha detto che il seme della violenza era insito nel ’68 stesso”. “Scalfari, Bobbio e tutti i cosiddetti intellettuali dell’epoca condividevano quel clima di violenza e firmavano tutti quei manifesti come quello contro Calabresi – ha detto Feltri – ma oggi si tende a voler dimenticare quegli anni, a voler cambiare le carte in tavola”.
Uccidete il padre! Ma fatelo subito, prima che sia troppo tardi…
Ad aspettare ancora si rischia che sia il padre ad uccidere i figli. Anche se sono mille.
Dall’11 al 13 luglio si è svolto a Roma un evento organizzato dal gruppo iMille, dal titolo enfatico: “Uccidere il padre”.
Presenti 25 oratori di “spicco”, “tutti accomunati dall’essere nuova classe dirigente, dall’essere innovatori nelle proprie professioni, da essere un po’ di quell’aria fresca di cui il Partito Democratico e il paese hanno bisogno”. Tra gli altri: Mario Adinolfi, Giovanna Melandri, Ivan Scalfarotto, Marco Simoni e Luca Sofri.
Per farla breve, iMille sono un’associazione piuttosto liquida (non hanno nessun iscritto e una sola carica, il portavoce Marco Simoni) che lavorano da un anno a un progetto di rinnovamento della politica italiana di sinistra, e che hanno deciso di cogliere l’occasione della nascita del PD per attuare questo progetto.
Ecco un immigrato che si è perfettamente integrato – ha capito subito come funzionano le cose in questo paese!
Jean-Leonard Touadi, deputato eletto come indipendente nella fila dell’Idv, lascia il partito di Antonio Di Pietro e aderisce al Pd di Walter Veltroni. A determinare la scelta quanto successo a piazza Navona e il pericolo di una frattura irreparabile tra Idv e Pd.
Touadi, ex assessore della giunta Veltroni in Campidoglio, ha inviato una lettera all’ex pm, “nella quale ho cercato di spiegare le ragioni che mi portano a lasciare l’Italia dei Valori e ad aderire al Partito democratico”, scrive.
“In questi giorni ho vissuto una profonda contraddizione tra alcune mie convinzioni e le posizioni che sta assumendo il partito. Avrei voluto una piu’ netta presa di distanze dalle parole pronunciate contro il Presidente della Repubblica, contro il Partito Democratico e, da cattolico praticante quale sono, contro il Papa.