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non serve regalare pesce, bisogna insegnare a pescare …

La sostenibilità del microcredito

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Si possono stabilire tre livelli di sostenibilità per le organizzazioni che offrono servizi di microfinanza, a seconda del grado di copertura dei costi derivanti dalla propria attività. Al livello 1 un programma viene definito “sussidio-dipendente” poiché le sue entrate, sostanzialmente interessi, non sono sufficienti neppure a coprire i costi di cassa per la gestione del portafoglio, né tantomeno il pagamento degli interessi passivi sui finanziamenti ottenuti. In questo caso il programma necessita di iniezioni di capitale fresco e, se ciò non avviene, viene utilizzato e quindi eroso il capitale sociale oppure vi è una riduzione forzata delle spese amministrative. Le organizzazioni del livello 1 non sono autosostenibili, e mostrerebbero probabilmente una perdita in bilancio se i sussidi venissero tenuti separati nella valutazione delle entrate e della costituzione di fondi perdite.

Al livello 2 troviamo programmi che hanno raggiunto l’autosufficienza operativa, ottenendo il break-even sui flussi di cassa. In stadi avanzati in tale livello, potremmo trovare organizzazioni, che riescono a coprire anche i costi relativi alla creazione di fondi ammortamento e di fondi perdite. Si può per questo livello parlare di autosostenibilità, nel senso che l’organizzazione può continuare a operare nel medio-lungo periodo senza necessariamente ricorrere a sussidi e donazioni. Il tasso d’interesse attivo applicato è sufficientemente elevato da permettere di far fronte al costo reale dei fondi ottenuti in prestito, anche se tra questi spesso vi è una buona proporzione di sussidi e prestiti a condizioni agevolate. In ogni caso il tasso d’interesse applicato non è sufficiente a coprire l’inflazione e il costo commerciale dei fondi (senza sussidi e condizioni vantaggiose). Ovviamente vi sono, a questo livello, limitate capacità di accesso al mercato finanziario. Un programma al livello 2 mostra tipicamente un profitto operativo in bilancio se i sussidi venissero tenuti separati nella valutazione delle entrate e della costituzione di fondi perdite.

Al livello 3 un programma ha raggiunto un’autosufficienza finanziaria piena, nel senso che è in grado di coprire, oltre a tutti i costi operativi, il costo reale dell’inflazione e il costo effettivo di mercato dei fondi di terzi. Si tratta di programmi assolutamente indipendenti da agenzie donatrici e da donazioni in generale e può espandere la propria attività nel territorio grazie alla possibilità di accedere al mercato finanziario e attuare un rilevante effetto leva sul proprio capitale sociale. A questo livello un programma mostra rilevanti margini di profitto in bilancio “pulito” dai sussidi e dalle concessioni ricevute. Solamente se raggiungono il livello 3 le MFI hanno la capacità di attrarre investimenti privati nella base azionaria. Attualmente la gran parte dei programmi di microfinanza si trova al livello 1, ed una relativa minoranza ha raggiunto il livello 3.

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