Assegni a vuoto: ricorso al Giudice di Pace contro l’ingiunzione di pagamento del Prefetto
L’emissione di assegni senza autorizzazione e senza provvista (a vuoto) è un illecito amministrativo che viene punito con sanzioni pecuniarie e accessorie.
Il Prefetto del luogo di pagamento dell’assegno, alla ricezione del rapporto o dell’informativa da parte del notaio, del segretario comunale o della banca che ha sollevato protesto, provvede alla notifica degli estremi della violazione al soggetto che ha emesso l’assegno, il quale ha 30 giorni di tempo per inviare scritti difensivi corredati da idonea documentazione.
Non è ammessa audizione personale.
La Prefettura, valutate le deduzioni una volta presentati gli atti, può emettere l’ordinanza-ingiunzione di pagamento di una sanzione pecuniaria e disporre, in eventuale aggiunta, una sanzione accessoria ovvero l’archiviazione del procedimento
La sanzione pecuniaria viene graduata in relazione alla gravità dell’illecito.
Chi può fare il ricorso contro la sanzione pecuniaria per emissione di assegni a vuoto
Il soggetto nei cui confronti è stata emessa l’ordinanza ingiunzione di pagamento
Avverso il provvedimento del Prefetto è ammesso, entro 30 giorni dalla notifica, ricorso al Giudice di Pace competente per territorio (utilizza il modello A fac-simile di ricorso)
L’interessato che si trovi in condizioni economiche disagiate, può presentare al Prefetto che ha emesso l’ordinanza ingiunzione di pagamento una richiesta di rateizzazione mensile (da tre a trenta a rate) della sanzione pecuniaria (utilizza il modello B richiesta pagamento rateale della sanzione pecuniaria)
Per i soli assegni senza provvista, la sanzione amministrativa non si applica se il traente effettua il pagamento dell’assegno, degli interessi, della penale e delle eventuali spese entro 60 giorni.
La prova dell’avvenuto pagamento deve essere fornita dal traente mediante quietanza del portatore con firma autentica ovvero con attestazione della banca comprovante il versamento dell’importo dovuto.
Riferimenti normativi
Legge 24 novembre 1981, n. 689
Legge 15 dicembre 1990, n. 386
Decreto Legislativo 30 dicembre 1999 n. 507
Mod. A – Fac-simile ricorso
Al Giudice di Pace di …..
Io sottoscritto …..
nato a …..
il …..
e residente a …..
ai sensi degli artt. 22 e 22 bis della Legge n. 689 del 24 novembre 1981
RICORRO avverso l’ordinanza – ingiunzione numero ….. del …..
per i seguenti motivi: …..
e CHIEDO, sulla base delle motivazioni esposte l’annullamento del provvedimento sopra descritto.
data e firma
Mod B – richiesta pagamento rateale sanzione pecuniaria
Alla Prefettura di …..
Il sottoscritto …..
nato a …..
il …..
e residente a …..
CHIEDE l’ammissione al pagamento rateale della sanzione pecuniaria applicata con ordinanza-ingiunzione numero ….. del …..
per i seguenti motivi: …..
A tale scopo, consapevole delle sanzioni penali in caso di dichiarazioni false e della conseguente decadenza dai benefici eventualmente conseguiti (ai sensi degli artt. 75 e 76 D.P.R. 445/2000) sotto la propria responsabilità
DICHIARA
- di svolgere la seguente attività lavorativa …..
- che il proprio nucleo familiare è composto da numero ….. persone conviventi, di cui numero ….. a carico per gli effetti fiscali
- che il reddito personale risultante dall’ultima dichiarazione ai fini I.R.Pe.F. è pari a euro …..
- che il reddito complessivo del proprio nucleo familiare risultante dell’ultima dichiarazione ai fini I.R.P.E.F. presentata da ciascun componente convivente è pari ad euro …..
Il sottoscritto dichiara inoltre di essere informato, ai sensi del D.Lgs. n. 196/2003 (codice in materia di protezione di dati personali) che i dati personali raccolti saranno trattati, anche con strumenti informatici, esclusivamente nell’ambito del procedimento per il quale la presente dichiarazione viene resa.
data e firma
La presente dichiarazione non necessita dell’autenticazione della firma e sostituisce a tutti gli effetti le normali certificazioni richieste o destinate ad una pubblica amministrazione nonché ai gestori di pubblici servizi e ai privati che vi consentono. L’Amministrazione si riserva di effettuare controlli, anche a campione, sulla veridicità delle dichiarazioni (art. 71, comma 1, D.P.R. 445/2000). Il caso di dichiarazione falsa il cittadino verrà denunciato all’autorità giudiziaria.
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